Orchidee, parola evocatrice di foreste lussureggianti in terre lontane, eppure quante volte le abbiamo incontrate, ma senza riconoscerle, e per questo calpestate, nei nostri prati durante le gite primaverili!

Ma perché non ci accorgiamo della loro presenza? Forse che le nostre orchidee non hanno la stranezza di forme e le "assurde" colorazioni delle loro più nobili e sofisticate parenti d'oltremare? Le immagini che seguono possono convincerci del contrario.

Il fatto è che le nostre orchidee non piovono dagli alberi, come le più famose consorelle tropicali, ma spuntano dal terreno e le loro dimensioni sono a volte così modeste che non superano nemmeno l'altezza dell'erba tra cui crescono rigogliose; non si fanno notare di prepotenza, ma vogliono che chiniamo lo sguardo per cercarle e spesso dobbiamo metterci in ginocchio per poter ammirare tutta la loro strana bellezza. Interessarsi di loro significa volgere più spesso lo sguardo a terra per scoprire e ammirare i tesori di un ambiente naturale troppo offeso dalla nostra tracotanza tecnologica.

Per proteggere la varietà delle specie, animali e vegetali, viventi in una certa area si deve imparare a conoscerle, non solo nella loro individualità ma anche nei rapporti di dipendenza che le legano le une alle altre e all'ambiente in cui vivono. Non è sufficiente, infatti, che le autorità amministrative emanino leggi protezionistiche, corredate magari da lunghi elenchi di specie protette, se poi chi deve applicare tali leggi non è in grado di riconoscere l'oggetto della protezione.

Di qui la necessità di mettere a disposizione di tutti gli strumenti opportuni per acquisire questa capacità di riconoscimento.

 

 

Due parole sulla Famiglia.

Le Orchidaceae costituiscono una famiglia ricca di oltre ventimila specie sparse su tutto il globo.
Molte specie tropicali vivono sui tronchi degli alberi e ostentano fiori di dimensioni notevoli, mentre quelle che che vivono in Europa sono tutte terrestri e hanno, in genere, fiori di piccole dimensioni, talora raccolti in infiorescenze vistose.

Le orchidee hanno in genere un ciclo vegetativo molto complesso, legato alla presenza di determinate specie di insetti e di particolari caratteristiche ambientali, che le rende pertanto la oro sopravvivenza problematica nelle aree in cui più forte è l' influenza delle attività umane.

L' impollinazione è operata da insetti particolari per ciascuna specie, i semi, minutissimi, possono germogliare solo in presenza di specie microscopiche di funghi (micorrize) e la prima fioritura avviene dopo un numero di anni variabile da specie a specie. A volte, per errore degli insetti specifici o per l'intervento di altri insetti, l'impollinazione avviene fra specie o addirittura generi diversi, dando origine spesso a esemplari con caratteristiche intermedie dette ibridi.

Ci sono specie viventi in condizioni abbastanza variabili, dalla gariga alla macchia e al bordo dei campi coltivati, ma ci sono specie strettamente legate ad ambienti particolari come il bosco o l'area umida, e proprio queste ultime sono quelle dal futuro più incerto, a causa dei disboscamenti e della bonifica delle zone paludose.

Nel Salento meridionale, coincidente all'incirca con la Provincia di Lecce, è possibile rinvenire 34 specie, delle oltre centoventi presenti in Italia e delle circa ottanta individuate in Puglia, oltre a numerosi ibridi, molti dei quali trovati per la prima volta proprio in quest'area.

Alcune specie, come l'Anacamptis pyramidalis e l'Orchis lactea sono abbastanza comuni e diffuse al punto che è possibile, nel periodo della fioritura, ammirare magnifiche colorazioni delle aree interessate, spesso accompagnate da un intenso profumo che richiama quello della vaniglia, anch'essa un'orchidea ma tropicale. Altre specie, come l'Epipactis microphylla e il Limodorum abortivum, sono state trovate, fino ad oggi, in pochissimi esemplari e in poche località molto specifiche. Di altre addirittura, come l'Aceras antropophorum e l'Orchis italica, sono stati trovati, per una sola volta, uno o due esemplari. Infine di altre specie, come l'Ophrys ciliata, si sa, dalla letteratura, che sono state viste nel passato ma di esse non si sono più trovate tracce.

Si vede quindi come la ricerca delle orchidee, per il solo piacere di trovarle e studiarne la distribuzione senza ovviamente raccoglierle, possa costituire un interessante e appassionante obiettivo delle nostre escursioni per un arco di tempo che può andare, in relazione alle condizioni climatiche, dalla fine di gennaio, quando fiorisce la più precoce delle nostre specie, l'Orchis saccata, fino alla fine di giugno quando termina la fioritura delle numerose Serapias. Ma la ricerca può riprendere a ottobre e novembre, quando fiorisce l'unica stranissima specie autunnale, la Spiranthes spiralis.

Naturalmente se all'osservazione degli esemplari trovati si accompagna una ripresa con una macchina fotografica o una fotocamera si potrà godere dei risultati della ricerca tutto l'anno, facendo partecipi, del nostro entusiasmo, anche parenti e amici, contribuendo così ad allargare il cerchio di chi ama e rispetta la natura. Senza contare poi che potremmo effettuare anche qualche scoperta importante come trovare altre località dove vivono specie rare o ritrovare specie che sembravano scomparse o, addirittura, trovare per la prima volta specie che non si pensava esistessero da queste parti.